L’imperatore romano Publio Elio Adriano, sentendosi vicino alla morte, nell’anno 138, dedicò alla sua anima questa poesia, che si trova incisa nel mausoleo (Hadrianeum, oggi Castel Sant’Angelo) dove fu sepolto:
ANIMULA VAGULA, BLANDULA,
HOSPES COMESQUE CORPORIS,
QUAE NUNC ABIBIS IN LOCA?
PALLIDULA, RIGIDA, NUDULA,
NEC, UT SOLES, DABIT IOCOS.
*
Animuccia caruccia, teneruccia,
ospite e compagna del mio corpo,
in quali luoghi te ne andrai ora?
Pallida, irrigidita, ignuda,
non scherzerai più come al solito.
(Traduzione di Nicola Bruni)
*
Nella foto, Adriano in un affresco di Perin del Vaga (1545-1547), Sala Paolina di Castel Sant’Angelo a Roma.