Vacanza balneare di due settimane a La Escala, sulla Costa Brava della Catalogna, nel luglio del 1963, in compagnia del mio amico Nino Criscenti. Eravamo entrambi studenti universitari e giornalisti, colleghi di redazione del settimanale Italiacronache, poco più che ventenni.
Partimmo da Roma con l’auto Austin 40 di Nino, e giungemmo a destinazione il quarto giorno, dopo aver sostato e pernottato a Pisa, sulla Costa Azzurra e a Port Bou, località spagnola a ridosso del confine con la Francia.
Qui, arrivammo a tarda sera, dopo un avventuroso attraversamento dei Pirenei su una strada stretta, tortuosa e per di più sterrata, a picco sul mare; e al ristorante dell’Hotel Bahia, che ci accolse senza prenotazione, ci rifocillammo con una paella favolosa di cui conserviamo ancora l’acquolina in bocca.
A La Escala, paese di pescatori, eravamo sistemati a pensione completa in un alberghetto a gestione familiare, dove si mangiava molto bene. Oltre a fare i bagni, andammo a perlustrare i dintorni: Gerona, Ampurias, Bagur, L’Estartit. Poi, prima di tornare a casa, ci fermammo un paio di giorni a Barcellona.
Una sera la nostra macchina fu fermata, a un posto di blocco, da un gendarme della Guardia Civil con il tipico cappello a tricorno, il quale, quando vide le nostre facce da bravi ragazzi, si limitò a domandarci: “El coche es de usted?” (La macchina è vostra?). E alla nostra risposta affermativa, ci lasciò passare.
Una volta attaccammo discorso con due belle ragazze australiane, le quali ci raccontarono di una loro gaffe divertente: entrate in un bar, volevano ordinare un cocktail a quel tempo di moda, ma, invece di “dos Cuba libre”, chiesero ad alta voce “dos caballeros”, che significa “due uomini”. Al che, i presenti spalancarono gli occhi e scoppiarono in una risata.
Un’altra volta, sulla spiaggia, ci capitò di fare la conoscenza di due ragazze del luogo, Paquita e Dolores, le quali avevano timore di farsi vedere in giro per il paese in nostra compagnia “porque la gente habla” (perché la gente spettegola).
Nelle conversazioni con il mio amico, parlavamo di politica (in particolare della dittatura franchista vigente in Spagna), di argomenti di attualità e, naturalmente, di ragazze. Lui aveva a Roma una fidanzata bellissima, che poi avrebbe sposato ed è tuttora sua moglie. Io ero, invece, ancora alla ricerca di un “amore per tutta la vita”, che avrei trovato solo undici anni più tardi.
Nicola Bruni