Ci vollero circa sei ore per raggiungere Malta da Siracusa con la nave traghetto della Tirrenia. Sbarcai al porto di La Valletta con la mia “cinquecentina” Fiat decappottabile di colore ocra, e dovetti adattarmi subito alla guida dei veicoli a sinistra, vigente nell’isola fin dai tempi della dominazione britannica.
Ci andai per una vacanza turistico-balneare, ancora una volta solitaria, della durata di una settimana, nella prima metà di agosto del 1972. Ero, allora, nel vigore dei miei trent’anni. Venivo da Roma e avevo già percorso un migliaio di chilometri, con due tappe intermedie in Calabria e in Sicilia.
Alloggiavo nell’Hotel Sa Maison, in un sobborgo della capitale, e tutte le mattine andavo a fare il bagno in mare, prima di dedicarmi alle escursioni turistiche. Il secondo giorno detti un passaggio a tre ragazze milanesi, autostoppiste, che in un certo senso “rimorchiai” perché accettarono di venire con me sulla spiaggia di Floriana. Avevano 22 anni, erano studentesse universitarie di lettere, e mostrarono interesse a conoscere le mie esperienze di giovane insegnante in un istituto femminile.
Mi ragguagliarono sulle feste patronali in programma a Malta per quella settimana, con processioni, concerti e fuochi d’artificio: il 7 agosto per San Gaetano ad Hamrun, l’8 per San Domenico a la Valletta, il 9 per San Giuliano a San Giuliano, il 10 per San Lorenzo a Vittoriosa. E mi spiegarono che i maltesi dei vari centri, quando festeggiano il proprio santo patrono, fanno a gara per chi realizza il parato più bello. Infatti, le strade principali di quel continuum urbano che caratterizza l’isola erano riccamente addobbate con archi, festoni, luminarie, drappi, arazzi, statue dipinte di santi e di angeli.
La Valletta è una graziosa cittadina che domina il Porto Grande dall’alto di una collina fortificata. Il suo porto si presenta dal mare come una grande fortezza, con i possenti bastioni fatti costruire nel XVI secolo dai Cavalieri di San Giovanni per resistere all’assalto dei turchi.
All’interno dei bastioni vi è un fitto incrociarsi di viuzze lunghe e strette, che scendono e salgono, spesso con gradinate. Le case si affacciano con leggiadri balconcini coperti, dipinti di verde o di giallo, alternandosi con vetusti palazzi dal caratteristico stile arabo-siculo.
I maltesi sono gente pacifica, cordiale, tipicamente mediterranea. La lingua parlata comunemente è quella maltese, che ha molte somiglianze con l’arabo, ma quasi tutti conoscono l’inglese, che è la seconda lingua ufficiale. Inoltre, molti capiscono l’italiano, poiché seguono i nostri programmi televisivi, specialmente le partite del campionato nazionale di calcio. A tal punto che mi capitò di vedere a Malta le insegne di due club di tifosi locali di squadre del Nord Italia: la Juve e l’Inter. Proprio come in Calabria e in Sicilia!
Nicola Bruni
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Nella foto in alto (di Nicola Bruni), statue di papi santi nella via principale di La Valletta, agosto 1972.