Il fascino nell’insegnamento

La mia Elina, da insegnante di lettere, esercitava uno speciale fascino sui suoi alunni, al punto che anche i più irrequieti, mentre lei parlava durante la lezione, stavano incantati ad ascoltarla.

E io che, come prof di pari grado, non riuscivo a fare altrettanto, una volta le dissi: “Sei un’incantatrice di serpenti. Hai incantato anche me!”.

Elina era laureata in Pedagogia e, per alcuni anni, aveva impegnato una parte del suo orario di servizio scolastico nell’attività di psicopedagogista. Sapeva come prendere con garbo anche certi ragazzi “difficili”, per cercare di farli ragionare, e talvolta riusciva ad ammansire qualche “lupetto”.

Aveva cominciato a insegnare, da catechista, a 16 anni nella parrocchia del Sacro Cuore di Catania. Poi, conseguito il diploma di istituto magistrale nel 1957, mentre frequentava l’università, esercitò per quattro anni, fino al 1961, l’attività di maestra nei corsi di scuola popolare per adulti analfabeti.

Laureatasi nel 1961, si dedicò con passione all’insegnamento delle materie letterarie nelle scuole medie, ottenendo i primi incarichi nei Comuni di Acireale, San Gregorio e Scordia. Nel 1973, approdò alla scuola media Leonardo Grassi di Catania, e dall’ottobre 1974, subito dopo il matrimonio, si trasferì a Roma, dove operò nelle scuole medie Quinto Ennio, Teresa Confalonieri, Via Sibari 5 e Giovanni Pascoli. In quest’ultimo istituto, fu anche nominata vicepreside.

Ancora molti anni dopo aver lasciato l’insegnamento, Elina – come mi riferiva – talvolta sognava di notte di aver dialogato a scuola con i suoi alunni durante una lezione, chiamandoli anche per nome.

Nicola Bruni

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In questa immagine onirica, frutto involontario della sovrapposizione di due scatti fotografici su pellicola,

la professoressa Elina Giunta con un gruppo di allievi della scuola media Quinto Ennio di Roma.

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