La Messa di commiato di Elina dalla vita terrena è stata celebrata martedì 10 agosto 2021 dall’amico sacerdote (poco dopo nominato vescovo) don Attilio Nostro nella chiesa romana di San Giuda Taddeo Apostolo.
Io ho chiesto e ottenuto che non venissero suonate le campane a morto, proprio perché la liturgia funebre assumesse, con i fiori attorno al feretro, il senso di una festa per l’ingresso della mia sposa nel Paradiso, come esplicitato dalle ripetute invocazioni finali: “Ti accolgano gli angeli e ti presentino al trono dell’Altissimo”.
Don Attilio, che era stato nostro parroco per 12 anni, conosceva bene Elina e ne ha ricordato la fede nella vita eterna e la capacità di coniugare la sofferenza della malattia con la preghiera.
Al termine, il mio nipotino Gabriel ha letto dall’ambone una poesia (qui sotto riportata) composta dal suo papà, Paolo, in onore della nonna. E Danielle, la moglie di Paolo, che è soprano, ha cantato a cappella l’antico inno latino “Panis angelicus”, come le aveva chiesto la stessa Elina alcuni anni fa per il suo funerale.
Erano, presenti, con i miei familiari, una cinquantina di amici, tra i pochi che nella settimana di Ferragosto non erano in vacanza.
Siamo, poi, andati al Cimitero Flaminio, dove, sorprendentemente, la sepoltura a terra da parte degli operai dell’Ama è stata immediata, in una delle fosse già pronte.
Nicola Bruni