(20 dicembre 2021) Mi manca la mia Elina, in questo primo Natale senza di lei. Mi manca il contatto fisico con la sua persona. Ma la sento presente nel mio cuore, e mi soffermo spesso a rimirarla, bella, dolce e innamorata, in alcune foto incorniciate che arredano la nostra casa. Lei mi sorride dal Paradiso attraverso quelle immagini, mentre io le mando raffiche di baci e, talvolta, mi commuovo.
Provo per lei un’immensa gratitudine nel ricordare la felicità che ha saputo darmi nei 48 anni trascorsi insieme, per avermi reso padre di due figli meravigliosi, per l’amore appassionato che ci univa, l’intimità e l’accordo profondo che c’era tra noi, le gioie e le sofferenze condivise, la comune fede cattolica che ci faceva sentire come parte attiva della Chiesa universale, la consapevolezza che il nostro incontro a Loreto e il nostro matrimonio erano stati per entrambi un gratuito dono di Dio. Mi ripeteva ogni tanto: “Ma come abbiamo fatto a convergere e combaciare così bene, io da Catania e tu da Roma?”.
Provo una grande tenerezza nel ricordare la dignità e la forza d’animo con cui Elina ha affrontato la sua lunga malattia terminale, e la testimonianza cristiana di accettazione del dolore che ha offerto a chi l’avvicinava, mentre era paralizzata a letto, con la preghiera e l’Eucarestia.
Ho la certezza che Elina ora sia con Dio nella gioia del Paradiso, dove spero di raggiungerla, presto o tardi, grazie alla misericordia divina. Ragion per cui, io non avverto il bisogno di pregare per la purificazione della sua anima, che è già santa, ma chiedo a lei di intercedere presso l’Onnipotente per me, per i nostri figli, per i nostri nipoti e per tutti i nostri cari. E prego il Signore di concedermi qualche altro anno di vita in buona salute, perché mi rimangono ancora alcuni dei “talenti” gratuitamente ricevuti (quelli della parabola evangelica) da far fruttare.
Rileggendo una lettera che Elina mi scrisse da Catania nel maggio del 1974, mentre eravamo fidanzati a distanza, ho individuato un brano che mi piace immaginare esprima ancora oggi i suoi sentimenti verso di me: “Caro, ti amo tanto. Questo tu lo sai, ma non puoi sapere in che modo si è evoluto il mio amore per te. E’ diventato tanto grande che, anche se ti sono lontana, sento talmente vicina la tua persona che ho l’impressione di averti sempre accanto. E’ meraviglioso sentirti vivere in me come una presenza reale…”. Così sia.
Nicola Bruni
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Nella foto: Elina e Nicola a Catania la vigilia di Natale del 1987.