“per il ritorno del figliol prodigo”
(27 marzo 2022)
Oggi, in chiesa durante Messa, il mio parroco don Marco indossava paramenti rosa, anziché viola, colore liturgico della Quaresima. E ne ha spiegato il motivo dicendo che questa è la Domenica del “Laetare”, che significa “rallegrati”, parola tratta da un brano del profeta Isaia, e che nel Vangelo di oggi si parla di una festa con “musica e danze”, organizzata in casa dal “padre misericordioso” per il ritorno del “figliol prodigo”.
Allora mi sono ricordato – scusandomi poi con il Signore per la distrazione – che ai tempi del mio liceo, nella seconda metà degli anni ’50, noi studenti per rispetto della Quaresima sospendevamo le feste da ballo nel periodo compreso tra il Mercoledì delle Ceneri e il Sabato Santo, ma con una eccezione: la quarta domenica, detta di “Mezza Quaresima”, quella appunto del “Laetare”, quando allora si pensava che fosse lecito divertirsi.
Ricordo, in particolare, una festicciola pomeridiana improvvisata in casa di un mio amico, di nome Gianni, che per organizzarla aveva approfittato dell’assenza dei suoi genitori, il cui ritorno era previsto in tarda serata. Eravamo una ventina tra maschi e femmine.
Per l’occasione, i “giovanotti” indossavano, rigorosamente, giacca e cravatta. Io portai il mio giradischi a valigetta con un po’ di dischi in vinile a 78 giri, tra i quali “Tutti frutti”, un rock and roll di Elvis Presley.
Ci stavamo divertendo “un sacco”, quando, poco prima delle 19, si aprì improvvisamente la porta di casa e comparvero il padre e la madre di Gianni, che si misero a strillare: “Che è tutta ’sta caciara? Via, via!”. E minacciarono il figlio: “Poi con te faremo i conti”.
Io recuperai in fretta il mio giradischi con i dischi, e me la filai, mortificato, insieme con tutti gli altri.
Nicola Bruni
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Nella foto, dell’anno scolastico 1956/57, io sono il primo da sinistra in Via Appia Nuova, con alcuni compagni di classe del liceo-ginnasio Augusto,
che allora aveva sede in Via Tuscolana. Sullo sfondo, il nuovo edificio dell’Augusto in costruzione, all’angolo con Via Gela.
Come si vede, a quei tempi gli studenti non usavano zainetti o trolley e portavano pesanti borse, cariche di libri e vocabolari.