Classico telegramma ebraico: “Comincia a preoccuparti. Segue lettera”.
Ridere fa bene alla salute: per questo, si dice che i medici detestino le barzellette. Grandi barzellettieri sarebbero invece gli ebrei, che amano inventare e raccontare storielle per ridere dei propri vizi e difetti. Come testimonia il libro del fiorentino Daniel Vogelmann “Le mie migliori barzellette ebraiche” (ed. Giuntina). Ne riporto qui alcune. L’autore avverte, però, che queste stesse barzellette, se raccontate da non-ebrei, rischiano di apparire antisemite.
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“Signore, fammi vincere alla lotteria, ti prego. Fammi vincere alla lotteria”. – Però il biglietto compralo!
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Perché le Tavole della Legge sono due. Prima Dio andò dai babilonesi e gli disse: “Volete la Tavola della Legge?”. – Che cosa c’è scritto? “Non uccidere”. – No, grazie. Poi Dio andò dagli assiri: “Volete la Tavola della Legge?”.– Che cosa c’è scritto? “Non rubare”. – No, grazie. Infine Dio andò dagli ebrei: “La volete la Tavola della Legge?”. – Quanto costa? “E’ gratis”. – Allora ne prendiamo due, grazie.
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Mosè salì sul monte per ricevere i Comandamenti, ma tardava a tornare e il popolo era inquieto. Poi finalmente ricomparve, tutto sudato: “Ho due notizie, una buona e una cattiva. Quella buona è che sono riuscito a portarli da quindici a dieci. Quella cattiva è che sul non commettere adulterio non c’è nulla da fare”.
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Colti da una tempesta di neve in alta montagna, tre alpinisti ebrei si rifugiano in una capanna dove attendono i soccorsi. Dopo alcune ore, sentono battere alla porta: “Chi è?”. – La Croce Rossa. “Abbiamo già dato”.
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Il vecchio Reuven è sul letto di morte: “Moglie mia, mi sei vicina?”. – Sì, caro. “Figli miei, mi siete vicini?”. – Sì, caro. “Nipoti miei, mi siete vicini?”. – Sì, caro. “Ma allora chi c’è in bottega?”.
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Il vecchio Shlomo giace moribondo nel letto quando dalla cucina gli giunge il profumo della sua torta preferita. Con un fil di voce sospira: “Rivka, me ne daresti una fettina?”. – No, Shlomo, questa è per dopo il funerale.
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Un tizio va dal rabbino e piangendo gli dice: “E’ morto Charlie, il mio adorato cagnolino. Potrebbe dire una preghiera per la sua anima?”. – E’ impazzito? Una preghiera per un cane! “Ma io potrei fare un’offerta di 10.000 dollari…”. – Ah, non sapevo che il suo cane fosse ebreo…
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“David, alzati, è tardi, devi andare a scuola”. – Mamma, dimmi due buone ragioni per andare a scuola. “Prima di tutto hai quarantadue anni, e poi sei il preside”.
Nicola Bruni
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Nella foto (di Nicola Bruni): il mal di pancia di Mosè, che tiene una mano premuta sull’addome (particolare della scultura di Michelangelo nella basilica romana di San Pietro in Vincoli).