Vuole essere chiamata “il Presidente del Consiglio” al maschile, e non “la Presidente del Consiglio” al femminile, Giorgia Meloni, la prima donna assurta alla guida del Governo italiano dopo le elezioni del 25 settembre 2022.
Lo ha reso noto, all’indomani del suo insediamento, una comunicazione ufficiale indirizzata “a tutti i Ministeri” dal nuovo segretario generale di Palazzo Chigi, Carlo Deodato, secondo cui “l’appellativo da utilizzare per il Presidente del Consiglio dei Ministri è: Il Signor Presidente del Consiglio dei Ministri, On. Giorgia Meloni”.
La notizia, subito rimbalzata sui social, ha suscitato molti commenti ironici, particolarmente per quel “Signor”, che a qualcuno ha fatto venire in mente la canzone di Loredana Berté “Non sono una signora”.
La stessa Giorgia Meloni è dovuta intervenire per correggere parzialmente il tiro, con una nota su Instagram: “Leggo che il principale tema di discussione di oggi sarebbe su circolari burocratiche interne, più o meno sbagliate, attorno al grande tema di come definire la prima donna Presidente del Consiglio. Fate pure… Per come la vedo io, potete chiamarmi come credete, anche Giorgia”.
Con questo “via libera”, ogni giornale e telegiornale si è messo a chiamarla “come gli pare”, lasciando tuttavia cadere all’unisono i titoli di “Signor” e di “On.”, non più in voga. In particolare, il Tg1, il Tg3 e il Tg La7 si sono buttati sul femminile: “la Presidente del Consiglio”, “la Premier”. Invece il Tg2 si è mantenuto ligio al maschile protocollare di palazzo: “il Presidente del Consiglio”, “il Premier”.
Alcuni giornalisti si sono posti il problema se chiamare l’illustre “uomo politico”, con formula breve, “il Meloni”, per analogia con “il Manzoni”, anziché “la Meloni”, come erano abituati a fare. Poi hanno scelto una via di mezzo, e si sono indirizzati a chiamarlo semplicemente “Meloni”.
Ma la “comica finale” si è avuta con un comunicato stampa della Presidenza del Consiglio sulla prima trasferta europea di Giorgia Meloni, in cui si leggeva che “il Presidente Giorgia Meloni ha incontrato a Bruxelles la Presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e il Presidente del Consiglio europeo Charles Michel”.
Dal che, alcuni commentatori hanno desunto che la specificità italiana in Europa, il “made in Italy” del nostro Governo, il sovranismo linguistico del Bel Paese, si fonda innanzi tutto su una diversità di “gender” grammaticale, di una donna che, da capo del Governo, si fa chiamare “il Presidente”, come per dire che lei – a differenza di altre donne presidenti – “ha le palle”.
Conclusione: il “gender”, con la scelta del genere percepito al posto del genere fisiologico, entra ufficialmente nelle istituzioni e, di conseguenza, anche nella grammatica italiana.
Dal DIES satIRAE di Nicolaus