Nessuno di noi due sapeva cucinare, quando io ed Elina ci sposammo nel luglio del 1974. Perché prima delle nozze vivevamo in famiglia, e a preparare i pasti provvedevano le nostre mamme, a Roma e a Catania.
Ma la mia mogliettina si mostrò subito volenterosa di imparare: si procurò un libro di ricette, leggeva i consigli di gastronomia pubblicati da alcune riviste, e cercava di metterli in pratica, con risultati all’inizio non sempre brillanti.
Io, per compiacerla e incoraggiare il suo impegno, facevo generalmente buon viso anche a pietanze poco appetitose.
Una volta, tuttavia, mi scappò di dirle che la minestra era “un po’ insipida”. Quel giorno, Elina era nervosa e mi rispose bruscamente che non avevo sposato una cuoca ma una professoressa e che ai fornelli mi sarei potuto mettere io.
Mi scusai, adducendo che la mia non era una critica ma una semplice osservazione; la ringraziai per aver preparato il pranzo e le promisi che avrei collaborato in cucina.
In effetti, poi, il mio contributo si è sempre limitato a operazioni semplici, come apparecchiare e sparecchiare la tavola, riempire e svuotare la lavastoviglie, fare il sugo di pomodoro, cuocere la pasta, arrostire la carne, bollire le uova, tagliare e condire l’insalata. I manicaretti li lasciavo a lei. Insomma, stabilimmo tra noi una divisione dei compiti nella gestione familiare.
Nel giro di un anno, la mia signora professoressa si addentrò talmente nell’arte culinaria da diventare, per amore, una cuoca sopraffina. Al punto che, quando si imbandiva un pranzo con ospiti o per una festa in famiglia, io ero solito scherzare annunciando che avremmo mangiato al Ristorante da Elina.
La sua specialità più gustosa era la caponata siciliana; da leccarsi i baffi erano anche le lasagne, i cannelloni, la pasta alla Norma, le quaglie farcite, il pollo al forno.
In conclusione, il mangiar bene in casa, garantito con amore da mamma Elina, è stato per la nostra famiglia un fattore di felicità, di tutela della salute, di crescita in altezza per i figli (192 e 180 centimetri) e di buona riuscita del matrimonio.
Nicola Bruni