Ho avuto il piacere di conoscere di persona il neocardinale Giorgio Marengo, 49 anni, piemontese di origine, vescovo e prefetto apostolico di Ulan Bator in Mongolia, che domenica 21 maggio ha preso ufficialmente possesso del titolo cardinalizio della mia chiesa parrocchiale di San Giuda Taddeo Apostolo in Roma con una Messa solenne.
È il più giovane cardinale della Chiesa cattolica, nominato da Papa Francesco lo scorso anno per le sue qualità personali e il suo impegno pastorale come Missionario della Consolata alla guida di un piccolo “gregge” di 1500 cattolici in quel Paese asiatico, vasto 5 volte l’Italia e con una popolazione di 3 milioni e 200mila abitanti.
La sera del 19 maggio Marengo si è presentato all’assemblea dei fedeli di San Giuda Taddeo “in punta di piedi”, secondo lo stile adottato dai missionari cattolici in Mongolia, indossando un semplice clergyman (nella foto). Ha raccontato quello che fa la sua piccola Chiesa in un Paese a maggioranza buddista, che dal 1992 si è liberato da un regime dittatoriale vassallo dell’Unione Sovietica ed è diventato uno Stato democratico con libertà di religione e di culto: attività al servizio dei più poveri (docce calde), dei bambini piccoli (asilo), dei ragazzi (doposcuola), delle persone anziane sole e abbandonate (visite e assistenza domiciliare).
Il titolo cardinalizio di una chiesa di Roma non attribuisce al cardinale titolare alcun potere su quella comunità ecclesiale ma gli conferisce il diritto di voto nel Conclave per eleggere il Vescovo dell’Urbe, che è anche capo della Chiesa universale.
La parrocchia di San Giuda Taddeo ha accolto con grande calore il suo primo cardinale e, per il tramite del parroco don Marco Ceccarelli, si è aperta ad una collaborazione missionaria con la giovane Chiesa della Mongolia, offrendole un primo contributo di 2500 euro in favore dei poveri.
Pochi giorni dopo, Papa Francesco ha annunciato che farà un viaggio apostolico in Mongolia, il primo di un pontefice, dal 31 agosto al 4 settembre 2023.
Nicola Bruni