Era raggiante la mia mamma, Stella Cesarelli, il 3 luglio del 1974 a Catania, quando poté accompagnarmi all’altare (nella foto) per il matrimonio con Elina. Una ragazza che le era molto piaciuta e che aveva subito circondato del suo affetto.
D’altra parte, Elina era rimasta entusiasta dell’accoglienza ricevuta a Roma dalla mamma del suo fidanzato, come mi scrisse in una lettera.
Stella si preoccupava che io non mi sposassi perché, giunto all’età di 30 anni, non avevo ancora trovato l’anima gemella. Perciò, un giorno mi propose di combinarmi un matrimonio con una “brava ragazza”, “carina, educata, di buona famiglia” e che aveva un lavoro assicurato come maestra elementare. Io la conoscevo e stimavo, ma non ne ero innamorato, e dispensai la mamma dal farsi prònuba per me.
Giusto un anno dopo, nell’estate del 1973, mentre la mamma era in vacanza in Calabria, fui felice di annunciarle per telefono da Roma che mi ero innamorato e fidanzato con una splendida ragazza di Catania… “educata, di buona famiglia” e insegnante di Lettere, che avevo conosciuto pochi giorni prima a Loreto in un convegno di professori. A quella inaspettata notizia, Stella tirò un sospiro di sollievo e corse, esultante, ad abbracciare il mio papà.
Io provo un’immensa gratitudine per la mia mamma, che mi ha dato la vita, mi ha cresciuto con grandi sacrifici negli anni difficili della guerra e del dopoguerra, mi ha dato una buona educazione, mi ha infuso il suo amore e il suo buonumore, mi ha spronato a impegnarmi nello studio, mi ha incoraggiato a mettere a frutto le mie doti naturali, e – come dono per me più prezioso – mi ha trasmesso la fede cristiana.
Nicola Bruni