Una notte, mezz’ora prima dell’una, nella mia camera di albergo a Pinarella di Cervia sono stato svegliato da rumori che venivano dall’esterno. In particolare, dalla parte del corridoio udivo un leggero ululato, come se ci fosse un bambino intento a giocare al lupo mannaro. Dalla parte del balcone, invece, si sentiva un frastuono misto a colpi che sembravano pallonate contro le pareti dell’albergo.
Affacciandomi, mi sono accorto che era in corso una forte tempesta di vento, che sbatteva le tende, agitava i rami degli alberi e, insinuandovi negli infissi dell’edificio, addirittura ululava.
Il cielo scuro era solcato da lampi, e sicuramente il mare, nascosto alla mia vista da una pineta, era in burrasca.
Ho pregato il Signore che ordinasse alla tempesta di placarsi, ma non ci speravo. Invece, è accaduto come nell’episodio narrato nei Vangeli, in cui Gesù fece cessare il vento che minacciava di rovesciare la barca di Pietro e rimproverò i suoi discepoli chiamandoli “gente di poca fede”.
Infatti, tra l’una e mezzo e due, il vento si è a poco a poco calmato e poi è cessato del tutto.
Allora, mi sono ricordato del famoso incipit di un romanzo ottocentesco di Paul Clifford “Era una notte buia e tempestosa”, reso popolare da Snoopy, il personaggio dei Peanuts disegnato da Charles M. Schulz, nei suoi racconti battuti a macchina. Nel 1985 il regista Alessandro Benvenuti ha diretto un film con lo stesso titolo.
Una volta, quando facevo il prof, assegnai ai miei alunni di scuola media un esercizio di fantasia narrativa che avesse proprio come inizio: “Era una notte buia e tempestosa”. Ne vennero fuori delle belle storielle.
Nicola Bruni