(Giugno 2023)
C’è tanta bella gente nel ristorante dell’Hotel Buratti a Pinarella di Cervia. La mia attenzione, durante i pasti, è attratta particolarmente da alcuni personaggi femminili che in qualche modo danno spettacolo.
Primo personaggio: la moglie più alta del marito. Siamo abituati per tradizione a vedere il contrario, ma non c’è motivo per cui, in una società paritaria, si debba considerare disdicevole la prevalenza in altezza della donna sul suo compagno di coppia.
In questo caso, la donna è un bel tipetto, giovane, con i capelli tagliati corti, il nasino all’insù, un fisico perfetto e un tatuaggio con fiori rampicanti da metà della spalla a tutto il braccio sinistro. Due figli piccoli, un marito dall’aspetto dimesso e l’impressione che nella coppia sia lei a comandare.
Nel ristorante compare una signora sui 50 anni, che si presenta indossando ogni volta un diverso abito elegante e scarpe con tacchi alti. Si muove a passo di carica e con un’ampia falcata delle gambe. Siede a tavola con un bel marito e due bambine.
Attira la mia attenzione per il fatto che i suoi capelli lunghi, biondi, le coprono le guance e la fronte, come le tende di un sipario. La osservo per cercare di scoprire i lineamenti nascosti del suo viso, ma quel sipario resta sempre socchiuso.
Finalmente, un giorno la vedo in piscina a fare il bagno con i capelli raccolti sulla nuca, e posso appagare la mia curiosità: è bella e fine, anche se non bellissima, ha gli occhi chiari e un atteggiamento timido.
A pranzo, c’è una nuova cameriera, di circa 20 anni. È una ragazza carina, dal viso “acqua e sapone”, che si aggira tra i tavoli con uno sguardo un po’ smarrito. A cena, la rivedo sorridente: si è truccata e ha cambiato aspetto, da “carina” a “bella”. Si capisce che lei si sia accorta della metamorfosi e ne sia soddisfatta. Sento si doverle fare un complimento. La avvicino e le dico: “Con il maquillage lei si è fatta più bella”. La ragazza mi risponde compiaciuta: “Ha visto!”.
Nicola Bruni