Ho un grande rispetto per il popolo ebraico, con il quale come cattolico ho in comune i libri dell’Antico Testamento, le letture dei profeti e le recite dei salmi nelle Messe domenicali. Da insegnante, ho avuto nella scuola media due brave alunne di religione israelita, con le quali mantengo cordiali rapporti di corrispondenza mediante Facebook. Raccontavo sempre ai miei studenti la tragedia italiana delle leggi razziali fasciste e l’orrore dell’Olocausto, li accompagnavo a visitare il mausoleo delle Fosse Ardeatine dove furono trucidati tra gli altri dai nazisti 75 ebrei romani innocenti, gli mostravo le foto dei campi di sterminio di Auschwitz-Birkenau, Dachau e Majdanek che avevo visitato in dolorosi pellegrinaggi.
Faccio questa premessa per dire che, mentre condanno l’orribile strage di israeliani innocenti, tra i quali molti bambini, e la cattura di ostaggi compiuta da Hamas il 7 ottobre, mi sento di attribuire alla politica di oppressione del popolo palestinese perseguita in maniera irresponsabile dai governanti dello Stato di Israele la fonte dell’odio profondo che ha armato gli autori di quei crimini contro l’umanità.
Le uccisioni quasi quotidiane di palestinesi innocui (anche di una famosa giornalista) compiute impunemente dall’esercito israeliano, le continue espropriazioni di territori illegalmente occupati per nuovi insediamenti di colonie ebraiche, i bombardamenti di rappresaglia con l’uccisione anche di tanti bambini, le distruzioni punitive delle case dei familiari di palestinesi attentatori, lo strangolamento economico di Gaza, il mancato rispetto di innumerevoli risoluzioni dell’Onu (per il quale non ci sono sanzioni contro Israele), l’abbandono del progetto politico “Due popoli, due Stati” sono colpe gravi della classe dirigente israeliana, che suscitano sentimenti di odio e desiderio di vendetta. Una classe dirigente miope, che non potrà garantire la sicurezza del popolo israeliano continuando ad opprimere quello palestinese. Solo la giustizia e l’accoglimento del diritto dei palestinesi ad uno Stato indipendente e rispettato, su una parte delle terre dalle quali furono cacciati nel 1948, potranno portare alla pace.
L’odio genera violenza omicida indiscriminata (terrorismo), anche a costo della propria vita, in chi ritiene di non avere ormai nulla da perdere e gravi torti da vendicare. La violenza omicida degli oppressi genera a sua volta rappresaglie indiscriminate e sproporzionate, che colpiscono anche molti innocenti.
Mi ha fatto rabbrividire un dato statistico sulle uccisioni causate dalla guerra tra Hamas e Israele tra il 7 e il 25 ottobre: oltre 1400 morti israeliani, oltre 6500 morti palestinesi (a cui si aggiungono migliaia di “dispersi” rimasti sotto le macerie), tra i quali più di 2600 bambini, “colpevoli” soltanto essere nati a Gaza così come i bambini ebrei sterminati nei lager nazisti erano “colpevoli” soltanto di essere nati ebrei.
Non c’è giustificazione per la rappresaglia che si abbatte deliberatamente su persone incolpevoli. Non c’è giustificazione per i bombardamenti terroristici di centri abitati, ospedali, scuole, chiese, mercati: sono crimini di guerra, crimini contro l’umanità, chiunque li commetta. E se li commette uno Stato, è terrorismo di Stato.
Nicola Bruni
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Nella foto, la parrocchia greco-ortodossa di San Porfirio a Gaza, dove si erano rifugiati centinaia di sfollati, bombardata dagli israeliani.