Accadde a settembre del 1969. Elina, allora trentenne, era venuta a Roma da Catania per partecipare a un corso di aggiornamento per insegnanti di scuola media, insieme con una sua amica, che poi mi riferì l’episodio.
Al termine del corso, la mia futura moglie (della quale io ancora ignoravo l’esistenza) era andata alla stazione Termini per prendere il treno e tornare a Catania.
Mentre usciva dalla biglietteria, fu avvistata da due fotoreporter a caccia di vip, che la scambiarono per la “superstar”Soraya, già consorte dello scià di Persia Reza Palhavi, ripudiata nel 1958 perché non poteva avere figli.
In effetti, Elina, benché più giovane, somigliava molto alla famosa “Principessa triste”, che a quel tempo risiedeva a Roma, dove aveva lavorato come attrice ed era diventata un personaggio della Dolce Vita raccontato dai rotocalchi. E proprio per quella somiglianza i suoi amici di Catania la chiamavano Soraya.
I due “paparazzi” cominciarono a bersagliarla con i flash e a correre davanti a lei, gridando: “Soraya! Soraya! Principessa! Look here!”.
Elina si schermiva e si nascondeva dietro la sua amica, senza dire nulla. E quel comportamento accresceva l’eccitazione dei “cacciatori”, sempre più convinti di aver scovato una grossa preda.
Finalmente, la presunta principessa si decise ad aprire bocca e li bloccò dicendo: “Ma quale Soraya! Io siciliana sono!”.
Al che, i due molestatori sgranarono gli occhi, rimasero senza parole e scoppiarono in una risata.
Nicola Bruni
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Nelle foto: a sinistra, Soraya; a destra, Elina.