Il 10 marzo era la Quarta domenica di Quaresima, detta del “Laetare” (rallégrati), parola tratta da un brano del profeta Isaia, e nella Messa in chiesa il sacerdote celebrante indossava paramenti rosa, facendo un’eccezione al colore liturgico quaresimale, che è il viola.
La circostanza mi ha fatto ricordare che ai tempi del mio liceo, nella seconda metà degli anni ’50, noi studenti per rispetto della Quaresima sospendevamo le feste da ballo nel periodo compreso tra il Mercoledì delle Ceneri e il Sabato Santo, ma con una eccezione: la quarta domenica, detta di “Mezza Quaresima”, quella appunto del “Laetare”, quando allora si pensava che fosse lecito divertirsi.
E mi è tornata in mente una festicciola domenicale pomeridiana improvvisata in casa del mio amico Gianni, che per organizzarla aveva approfittato dell’assenza dei suoi genitori, il cui ritorno era previsto in tarda serata.
Io portai il mio giradischi a valigetta con un po’ di dischi in vinile a 78 giri, tra i quali “Tutti frutti”, un rock and roll di Elvis Presley. Eravamo una ventina tra maschi e femmine. Per l’occasione, i “giovanotti” indossavano, rigorosamente, giacca e cravatta; le “signorine”, scarpe con i tacchi e gonne fin sotto le ginocchia.
Ci stavamo divertendo “un sacco”, quando, poco prima delle 19, si aprì improvvisamente la porta di casa e comparvero il padre e la madre di Gianni, che si misero a strillare: “Che è tutta ’sta caciara? Via, via!”. E minacciarono il figlio: “Poi con te faremo i conti”.
Io recuperai in fretta il mio giradischi con i dischi, e me la filai, mortificato, insieme con tutti gli altri.
Nicola Bruni
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Nella foto, dell’anno scolastico 1956/57, io sono il primo da sinistra in Via Appia Nuova, con alcuni compagni di classe del liceo-ginnasio Augusto, che allora aveva sede in Via Tuscolana. Sullo sfondo, il nuovo edificio dell’Augusto in costruzione, all’angolo con Via Gela. Come si vede, a quei tempi gli studenti non usavano zainetti o trolley e portavano pesanti borse, cariche di libri e vocabolari.