Siamo l’unico tra i 27 Paesi dell’Unione Europea che si presenti alle elezioni per il Parlamento di Strasburgo con le finte candidature del capo del governo e di alcuni capi partito. Personaggi che chiederanno il voto degli italiani per non esercitare il mandato popolare ricevuto. Una truffa elettorale annunciata, che vede al primo posto una certa “Giorgia”, presidente del Consiglio dei ministri, il cui nome suona meglio del cognome ortofrutticolo Meloni in una propaganda di parole imperniata sul culto della personalità.
Poiché è “scesa in campo” Giorgia, non poteva esimersi di “scendere” la sua antagonista dell’opposizione “Elli”, e così pure i capi di partiti personali Calenda e Renzi, nonché il vicepresidente del Consiglio Taiani, erede politico del defunto “Silvio”, che invita nel simbolo della sua lista a votare incredibilmente per “Berlusconi presidente”.
Temendo un fiasco clamoroso, non si è arrischiato a candidarsi il baldanzoso “Capitan” Salvini, che però ha imposto come capolista della Lega un “Generale” fascistoide di sua fiducia, sconfessato come estraneo dai maggiorenti del partito. E proprio mentre il governo di cui è vicepresidente sta beneficiando di una montagna di soldi dell’Unione Europea, lui propone, mettendoci il faccione nei cartelloni pubblicitari, “Meno Europa, più Italia”.
Alla truffa delle finte candidature, si associa quella delle candidature multiple nelle cinque circoscrizioni elettorali, che moltiplica l’imbroglio.
Andrà a finire, per esempio, che chi avrà votato “Giorgia” nella circoscrizione del Nord-Est vedrà eletto in sua vece il secondo della lista, un agitatore nel movimento No-Vax.
Per fortuna, nelle elezioni europee ci sono i voti di preferenza, che ci consentono di scegliere, possibilmente, candidati competenti e affidabili, impegnati a ragionare di problemi e di programmi condivisibili.
È importante informarsi e saper distinguere tra politici idealisti e politici affaristi; tra candidati europeisti convinti e nazionalisti euroscettici; tra sinceri democratici e fautori di regimi autocratici; tra chi è aperto alla solidarietà verso profughi e migranti disperati e chi punta a lasciarli affogare o a rinchiuderli in lager disumani.
E se l’elettore non si riconosce in nessun partito, è importante che vada comunque a votare per quello che considera il “meno peggio”, al fine di impedire che vincano i peggiori. L’astensione, infatti, favorisce i beneficiari di clientele mafiose.
Nicola Bruni
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Nella foto: Totò candidato nel film comico “Gli onorevoli” del 1963.