Pensavo di essermi ingrassato, dopo dieci giorni di pasti luculliani durante la mia vacanza balneare a Pinarella di Cervia (Ravenna), terminata la sera del 23 giugno con il ritorno a Roma. E invece, l’indomani, alla prova bilancia il mio peso è risultato di 70 kg, esattamente come prima della “cura”. E, per giunta, lo specchio mi ha restituito un’immagine quasi da “pancia piatta”.
Eppure, nel ristorante dell’Hotel Buratti, che metteva a disposizione dei clienti tre volte al giorno un ricco e allettante buffet, io ho consumato cibarie in misura superiore al 50 per cento più del solito, e ho abbondato in particolare con i dolci potendo scegliere ogni volta tra diversi tipi di torta, confezionati dai pasticceri del ristorante.
Per esempio, al mattino, prendevo un caffè decaffeinato, un sandwich di pane integrale con prosciutto e formaggio, un panino con i semi, due fette di torte diverse, un cornetto alla crema di pistacchio, prugne sciroppate, un’albicocca o una pesca. Poi andavo a fare una camminata digestiva lungo la riva del mare.
A pranzo e a cena, per prima cosa mi riempivo un piatto di insalate e verdure cotte o grigliate, esposte a buffet, con preferenza per le rape rosse, delle quali sono ghiotto.
Poi mi veniva servito a tavola il primo e il secondo, sulla base di una scelta fatta in precedenza fra tre opzioni, nella quale ho privilegiato piatti a base di pesce e pietanze insolite o sconosciute, da sperimentare, che sono risultate quasi sempre molto gustose. Infine, potevo chiedere un piattino di frutta e una fetta di torta o un gelato.
Ho sempre digerito tutto, segno che la qualità dei cibi era buona, ma soprattutto a motivo che in questo periodo ho camminato molto (una media di 5 km al giorno, registrata dal contapassi del mio smartphone) e ho fatto molta ginnastica in piscina.
Insomma, sono tornato a casa ritemprato, rilassato e più in forma di prima, anche perché ho trascorso questa vacanza nella piacevole compagnia dei miei amici e amiche della Compagnia dei Birbaccioni.
Nicola Bruni