Il 26 gennaio ricorre il compleanno in Cielo del mio papà, Peppino, e l’anniversario della “dipartita” della mia mamma, Stella. Erano nati entrambi nel 1907, in due paesini limitrofi della Calabria, Dasà e Arena. Si erano stabiliti a Roma, dopo il matrimonio nel 1941, e sono morti a distanza di dieci mesi, papà nel 1983, mamma nel 1984, dopo essere diventati nonni di sette nipoti.
Io, come primogenito di tre figli, ero stato per venti mesi – fino alla nascita di mia sorella Mariuccia – il loro principino. Mi raccontavano che, quando li vedevo baciarsi, volevo mettermi in mezzo, dicendo “pur’io, pur’io”, per fare un bacio a tre.
Peppino era maresciallo dell’Esercito. Nel 1948 fu congedato in anticipo, con i benefici pensionistici di una legge sull’esodo volontario post-bellico dei militari di carriera; poi, dedicò parte del suo tempo all’agricoltura in Calabria. Stella, ad un certo punto, imparò il mestiere di maglierista, che esercitò in casa con una macchina di tessitura della lana.
A loro, noi figli, dobbiamo un’educazione a sani principi morali, lo stimolo a farci strada nella vita con lo studio, e l’abitudine a una vita sobria, alla quale siamo stati obbligati dalle ristrette condizioni economiche della famiglia.
Grazie anche ai loro sacrifici, siamo riusciti tutti e tre a conseguire una laurea e quindi ad avvalerci del cosiddetto ascensore sociale offerto dalla scuola.
Dalla mamma, che era molto religiosa, abbiamo ricevuto il dono prezioso della trasmissione della fede cristiana. Papà, che era un credente non praticante, ci ha dato molti buoni esempi. Al suo paese, era conosciuto e stimato come persona gentile, onesta, generosa e disponibile ad aiutare chi ne avesse bisogno.
Dei miei cari genitori, mi piace qui richiamare due teneri ricordi. Di papà Peppino, i lucciconi agli occhi che non riusciva a trattenere per la commozione – lui che, da militare si presentava come un uomo “tutto d’un pezzo” – quando leggeva la mia affettuosa letterina di Natale. Di mamma Stella, l’orgogliosa esultanza che manifestava ad altre persone dicendo dei suoi figli Nicola, Mariuccia e Antonio: “Questi sono i miei gioielli!”.
Nicola Bruni
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Nella foto, Stella Cesarelli e Peppino Bruni a Capodanno del 1979.