Mi ha colpito un’espressione usata nel suo discorso all’Onu da Greta Thunberg, la giovanissima leader del nuovo movimento ambientalista mondiale, per apostrofare i potenti della Terra: “Le vostre parole vuote”.
Di parole vuote, che non di rado sono anche false, si ammantano la retorica politica, quella letteraria, quella forense e anche molti discorsi quotidiani della gente comune. Parole vuote sotto forma di slogan, di impegni vaghi, di formule ambigue, di promesse irrealizzabili.
Dell’avverbio “mai” (“mai più”, “più che mai”, “quanto mai”, “come mai?” in sostituzione di “perché”?, “mai con i fascisti”, “mai con i comunisti”, “mai con i leghisti”, “mai con grillini”, “mai con il Pd”).
Di estremismi lessicali come “estremamente”, “assolutamente”, “perfettamente” (“lei ha perfettamente ragione”).
Di aggettivi sparsi a profusione (“Se un oratore usa più di due aggettivi per ogni sostantivo diffidatene”, ammoniva sapientemente Giulio Andreotti).
Di citazioni asseverative d’autore, talvolta di dubbia autenticità, esposte con grande sicumera come se fossero tratte dal Vangelo.
Dell’abuso di espressioni come “sovranità popolare”, “popolo sovrano”, “patria”, “patrioti”, “difesa dei confini”, che mascherano la tendenza velleitaria ad un nazionalismo egoista e isolazionista.
A me dà particolarmente fastidio la retorica antiparlamentare, e sostanzialmente antidemocratica, di quei politici “populisti” che trattano deputati e senatori, eletti in rappresentanza del popolo, come “poltrone” da tagliare, oggetti costosamente inutili, escludendo tuttavia se stessi dalla definizione di “poltrone”. Una retorica che, in realtà, nasconde l’aspirazione ad un regime oligarchico-autoritario di “un uomo solo al comando”, un “capo politico” contornato da una ristretta cerchia di gerarchi cooptati e che possa governare senza l’intralcio di “inutili” meccanismi liberal-democratici: aspirazione, in effetti, già realizzata all’interno di quei movimenti politici italiani che si identificano con un capo indiscutibile o indiscusso.
Nicola Bruni
Foto allegorica di Nicola Bruni: un uccellaccio solo al comando.