C’erano almeno 9 bambine tra gli allievi di don Lorenzo di Milani nella scuola di Barbiana, che fu attiva dal 1955 al 1967: in tempi diversi e per periodi più o meno lunghi. Ma la loro presenza è stata stranamente ignorata per oltre 50 anni, da chi, avendo conosciuto quella realtà, ha pubblicato libri e articoli sull’argomento.
Lo ha rivelato, nel libro “Le ragazze di Barbiana”, Sandra Passerotti, moglie di Fabbio Fabbiani (un allievo di quella scuola scomparso nel 2017), che ne ha rintracciate quattro, riportando le loro testimonianze insieme con quelle di altre persone informate dei fatti.
L’autrice ha recuperato anche qualche foto e una lettera inedita del Priore, che il 23 luglio 1959 scrisse a Eugenia Pravettoni: “Tu sai che il mio scopo principale è di fare scuola per le bambine piccole e queste sono 6 o 7 […]. Voglio educarle in tutti i modi per farne delle figliole intelligenti, furbe, sveglie, capaci di difendersi, di guadagnarsi il pane, di mandare avanti la famiglia ecc.”.
Eugenia era una giovane sarta, fidanzata di un ex alunno, che nell’estate del 1959 tenne a Barbiana una scuola di taglio e cucito per 7 bambine e 4 donne della comunità.
Una di quelle bambine, Fiorella Tagliaferri, che ha fornito la foto di copertina del libro, ha testimoniato che “la presenza femminile c’è sempre stata a Barbiana” e fin dall’inizio c’erano sei bambine. A loro ripeteva: “Dovete studiare, è importante, anche le bambine lo devono fare […] e dov’è scritto che la femmina non deve avere una cultura e che si deve sposare e fare figli?”. A lei, poi, diceva che non doveva sentirsi inferiore al fratello Giancarlo, poiché aveva un cervello uguale al suo, e che doveva ribellarsi ai genitori se le impedivano di andare a scuola per adibirla alla cura dei maiali. La sollecitazione dell’autostima e l’esortazione a non farsi sottomettere erano due costanti della sua pedagogia al femminile.
Dai racconti delle ex alunne intervistate emerge che don Milani insegnava le stesse cose a maschi e femmine, senza escludere l’educazione sessuale, con una sola eccezione: il nuoto nella piccola piscina che aveva impiantato. Infatti, tenendo conto della mentalità dell’epoca, non se la sentiva di esporre in costume da bagno bambine “che stavano crescendo”. Ne portò due in gita a Roma, insieme con quattro maschi. Altre due, divenute adolescenti, le inviò in Inghilterra presso famiglie per imparare l’inglese.
Il Priore aveva un’alta considerazione dell’intelligenza delle donne. In una lettera del 9 maggio 1966 a Giuseppina Grassi Melli affermava: “L’unica differenza tra i maschi e le femmine è che le femmine capiscono qualcosa nei fatti altrui mentre i maschi capiscono solo nei loro propri”.
Nicola Bruni
Nella foto di copertina del libro, cinque allieve di don Milani a giugno del 1956:
Fiorella Tagliaferri, Graziella Burberi, Anna Cecchini, Roberta Romualdi e Tullia Marchesini.