Il 22 settembre 2022 ha concluso santamente la sua vita di consacrata a Dio, all’età di 74 anni, la professoressa Elena Malaspina, religiosa dell’Unione Santa Caterina delle Missionarie della Scuola, congregazione domenicana fondata nel 1926 dalla venerabile Luigia Tincani e formata prevalentemente da insegnanti delle scuole pubbliche (che non si distinguono per il vestire dai loro colleghi).
Torinese di origine, laureata in lettere classiche a Torino nel 1971, è stata assegnista e poi ricercatrice nell’ambito della lingua e letteratura latina presso le università LUMSA e Sapienza di Roma. Dal 1992 al 2018 ha insegnato come professore associato all’università di Roma Tre, dove ha tenuto corsi di linguistica latina, storia della lingua latina e lingua e letteratura latina dell’età romanobarbarica.
Ha insegnato anche, per incarico, alla Pontificia Università Lateranense, tenendo corsi monografici su “Fonti patristiche della filosofia cristiana”, “Il latino della Scolastica” e “Stilus Latinus Romanae Curiae”.
Il suo curriculum comprende un lungo elenco di pubblicazioni, che vertono principalmente sulla funzione socioculturale e politica della comunicazione linguistica in latino e sulle dinamiche dell’incontro fra la cultura romana e altre culture nei secoli IV-VI.
L’avevo conosciuta molti anni fa frequentando con mia moglie Elina gli incontri culturali e di spiritualità organizzati dalle Missionarie della Scuola nella loro sede di Villa Ave Maria, in Via Appia Antica a Roma. Eravamo diventati amici e ci scambiavamo spesso messaggi su Whatsapp. Il 10 agosto 2021 era presente al funerale della mia sposa.
Durante la solenne Messa funebre nella basilica romana di Santa Maria sopra Minerva, davanti alla tomba di Santa Caterina da Siena, il celebrante padre Antonio Cocolicchio, che era suo amico, ne ha ricordato innanzi tutto le virtù umane di dolcezza, gentilezza e mitezza, ma anche la tenacia, e poi la grande fede, la spiritualità di persona colta, l’interessamento che aveva per i bisogni degli altri e, infine, durante la sua breve malattia, l’abbandono filiale a Dio, il suo “eccomi, Signore”. “Elena – ha detto il sacerdote, che l’aveva incontrata una settimana prima della morte – era preparata e pronta ad entrare nel Regno dei cieli”.
Nicola Bruni