La farfalla, in molte culture del mondo, è considerata un simbolo di rinascita, di capacità di cambiare, di speranza, di bellezza, di felicità, ma anche di fragilità e di brevità della vita. In greco, psiché ha il duplice significato di anima e di farfalla, mentre nella mitologia la farfalla è simbolo dell’anima, della leggerezza e della volatilità dello spirito vitale.
La metamorfosi dell’uovo deposto dalla farfalla, dal quale nasce il bruco che poi diventa larva e infine prende la forma di una nuova farfalla, è anche simbolo di una trasformazione interiore dell’essere umano, il quale partendo da una condizione assai limitante giunge alla piena manifestazione della sua potenzialità e bellezza.
La bellezza della farfalla è già insita nel bruco, così come quella dell’essere umano è già presente nel suo embrione: in ciascuno di noi vi è, in potenza, fin dal concepimento ciò che noi siamo e che nel corso della vita siamo chiamati a portare a realizzazione.
Ho tratto queste considerazioni da una ricerca fatta nel web, dopo una visita alla Casa delle Farfalle dell’Orto Botanico di Roma da me organizzata il 21 marzo 2023 per il Club delle Margheritine.
In quella occasione, ho visto che le farfalle non avevano paura di avvicinarsi e di posarsi sulle persone: una, bellissima, si è gentilmente poggiata per qualche minuto su una mia spalla (nella foto).
Allora mi è tornata in mente questa poesia della “gentil farfalletta” che mi aveva insegnato la mia mamma quando ero bambino:
La vispa Teresa / avea tra l’erbetta / al volo sorpresa / gentil farfalletta
e tutta giuliva / stringendola viva / gridava a distesa: “L’ho presa! L’ho presa!”.
A lei supplicando / l’afflitta gridò: / “Vivendo, volando / che male ti fo?
Tu sì mi fai male / stringendomi l’ale! / Deh, lasciami! Anch’io / son figlia di Dio!”.
Confusa, pentita, / Teresa arrossì, / dischiuse le dita / e quella fuggì.
Nicola Bruni