La mia vacanza a Pinarella di Cervia mi è sembrata una favola. Come quelle favole che mi raccontava la mia mamma quando ero bambino. C’era quasi sempre qualche personaggio che percorreva lunghe distanze a piedi: “Cammina cammina cammina… e cammina cammina cammina…”, alla fine arrivava a destinazione, e intanto aveva allungato la favola.
Questa volta, io ho lasciato la mia macchina a Roma e ho viaggiato con il treno, proprio per essere costretto a camminare. Perché dicono che camminare faccia bene alla salute. In 16 giorni, ho percorso 123 chilometri, registrati dal contapassi del mio smartphone, con un minimo di 6 e un massimo di 10 chilometri al giorno.
Che invenzione il contapassi! Faceva parte della mia fantascienza negli anni della scuola media, quando passeggiavo su e giù per Via Gallia a Roma con il mio amichetto Lillino e ci alternavamo nel tenere il conto dei “passi perduti” tra Piazza Tuscolo e Porta Metronia.
Dunque, a Pinarella, io presi l’abitudine di fare ogni mattina una bella passeggiata lungo la riva del mare, o all’interno della pineta che affianca la spiaggia: tra andata e ritorno percorrevo non meno di 5 chilometri. Così digerivo l’abbondante colazione offerta a buffet dall’Hotel Buratti, e poi potevo fare il bagno.
Un’altra lunga camminata, almeno 3 chilometri, la facevo di solito dopo cena, nel Viale Italia, su cui si affaccia l’hotel e che costeggia la pineta: ogni sera era pieno di vita, con centinaia di villeggianti che passeggiavano, affollavano il mercatino, le giostre, il padiglione dei videogiochi.
Se poi aggiungo al conto gli altri spostamenti da me fatti, per visitare il centro della cittadina o per andare a Messa nella chiesa parrocchiale, ecco che si arriva all’incredibile conto finale di 123 chilometri.
Del resto, io sono stato sempre, fin da piccolo, un grande camminatore. E aveva visto giusto il maestro della scuola elementare quando predisse a mia madre che io avrei fatto molta strada nella vita.
Nicola Bruni