Lo cantava e suonava con la tromba il mitico Louis Armstrong. Lo cantava, suonando la chitarra, il grande Gigi Proietti, mio amico e compagno di liceo all’Augusto di Roma. “Oh when the saints go marching in” era il pezzo più richiesto tra quelli eseguiti da Gigi e dal complesso musicale dei Viscounts nelle feste da ballo studentesche che organizzavamo al Dancing Golden Spider di Viale XXI Aprile 27, negli anni tra il 1958 e il 1960.
Solo di recente ne ho appreso il significato: “Oh, quando i santi arrivano marciando: oh, Signore, io voglio essere con loro, quando i santi arrivano marciando”, dice la prima strofa.
Di autore sconosciuto, ai primi del Novecento era un canto “gospel” per i funerali della comunità afroamericana di New Orleans, con diverse varianti del testo, in cui si esprimeva il desiderio di trovarsi dalla parte dei giusti al momento del giudizio finale e di marciare con le schiere dei santi per entrare in Paradiso.
In seguito, il brano ha avuto interpretazioni jazz, blues, pop, rock. Oggi, potrebbe essere un inno internazionale per la festa cristiana di Tutti i Santi.
Nicola Bruni
*
Nella foto: Tutti i Santi, dipinto del Beato Angelico (XV secolo).