Il giorno del mio Battesimo

Avevo due mesi di vita quando mamma Stella e papà Peppino, entrambi di 34 anni e di origine calabrese, mi portarono nella Basilica di San Pietro per essere “battezzato ar Cupolone”. Era la mattina del 24 dicembre 1941. Specialmente la mamma ci teneva a festeggiare il Santo Natale con il suo bambinello nella grazia di Dio. Mi chiamarono Nicola, come il nonno paterno.

Fu una cerimonia molto semplice. Oltre ai miei genitori, erano presenti solo tre persone: mia zia Teresa Cesarelli, giunta apposta da Craveggia per fare da madrina, Federico Giglio, maresciallo dell’Esercito, collega di papà al Ministero della Guerra, come padrino, e la tata Caterina Inzitari, un’amica intima della mamma venuta dalla Calabria per aiutarla in occasione della mia nascita. 

Come poi mi fu raccontato, andammo e tornammo con il tram, la Circolare Rossa, che ci condusse da Piazza di Porta San Giovanni al Ponte Vittorio Emanuele. Nei tratti a piedi, mi tennero in braccio a turno. 

Al ritorno, nella casa al nono piano di Via Licia 54 (nei pressi di Porta Metronia), dove papà aveva allestito un piccolo presepe, ci fu un sobrio rinfresco, con un vassoio di “pastarelle” e una bottiglia di rosolio.

Seguì un pranzo casareccio con tagliatelle in brodo, fatte a mano, e carne di gallina. 

La madrina mi regalò una sottile catenina d’oro con una medaglietta della Madonna di Pompei, che conservo con gratitudine. 

Niente confetti, niente bomboniere e nessuna foto ricordo di quel giorno. Mi è rimasto, però, il certificato originale del Battesimo, che mostro in questa pagina, accanto ad un ritratto di quando avevo 6 mesi. Ma, cosa di fondamentale importanza, mi è rimasta la grazia del Battesimo, che mi ha fatto diventare cristiano.

Ero nato in casa, con l’aiuto di una levatrice, alle 3 di notte di domenica 26 ottobre 1941. Ero “venuto alla luce” in un periodo buio, mentre l’Italia era in guerra e sottoposta alla dittatura fascista, e a Roma vigeva l’oscuramento notturno antiaereo. Qualche ora dopo, però, suonarono a festa le campane della vicina chiesa della Natività, per la solennità liturgica di Cristo Re, e la mamma interpretò quell’allegro scampanio come un buon augurio per la mia vita.

Nicola Bruni

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Nella foto in alto, il fonte battesimale della Basilica di San Pietro a Roma.

Sotto, “Nico” all’età di 6 mesi e il certificato di battesimo.