“Respingere i migranti è un peccato grave – ha detto Papa Francesco durante l’udienza generale del 28 agosto -. Il Signore è con i migranti, non con quelli che li respingono”. Invece, “c’è chi opera sistematicamente e con ogni mezzo per respingerli”. Perciò, “il mare nostrum, luogo di comunicazione fra popoli e civiltà, è diventato un cimitero. Pensate a Lampedusa, pensate a Crotone. E la tragedia è che molti, la maggior parte di questi morti, potevano essere salvati”. Un chiaro riferimento all’operato del Governo italiano, che ostacola sistematicamente le missioni delle navi umanitarie di soccorso, con fermi amministrativi e l’assegnazione di porti di sbarco lontani, e finanzia i respingimenti in mare e nel deserto da parte di milizie libiche e tunisine, attuando una politica finalizzata a ridurre i salvataggi in mare e ad aumentare il numero dei migranti morti per annegamento.
“In quei mari e in quei deserti mortali, i migranti di oggi non dovrebbero esserci, e ce ne sono purtroppo”, ha aggiunto Francesco. “Ma non è attraverso leggi più restrittive, non è con la militarizzazione delle frontiere, non è con i respingimenti che otterremo questo risultato”. Secondo il Papa, “lo otterremo invece ampliando le vie di accesso sicure e regolari per i migranti, facilitando il rifugio per chi scappa da guerre, violenze, persecuzioni e da tante calamità; lo otterremo favorendo in ogni modo una governance globale delle migrazioni fondata sulla giustizia, sulla fratellanza e sulla solidarietà. E unendo le forze per combattere la tratta di esseri umani, per fermare i criminali trafficanti che senza pietà sfruttano la miseria”.
Francesco, quindi, ha lodato “l’impegno di tanti buoni samaritani, che si prodigano per soccorrere e salvare i migranti feriti e abbandonati sulle rotte di disperata speranza, nei cinque continenti”. In particolare, ha citato la ong Mediterranea Saving Humans, la cui nave italiana Mare Jonio (nella foto) subisce continuamente blocchi operativi e multe dalle autorità di governo per i suoi salvataggi. “Questi uomini e donne coraggiosi – ha sottolineato – sono segno di una umanità che non si lascia contagiare dalla cattiva cultura dell’indifferenza e dello scarto, che uccide i migranti”.
Nicola Bruni