Le “meraviglie” dell’Oriente scoperte da Marco Polo

Si deve al successo del racconto fatto da Marco Polo nel Milione, alla fine del XIII secolo, la scoperta delle civiltà dell’estremo oriente da parte degli europei, che prima di allora avevano molto fantasticato su quel mondo. Se ne dà conto nella mostra allestita dall’Accademia dei Lincei nel Palazzo Corsini di Roma sul grande esploratore veneziano che visitò quelle terre dal 1271 al 1295 e fu accreditato come ambasciatore e amministratore per 17 anni alla corte dell’imperatore mongolo Kublai Khan nelle sfarzose regge di Cambaluc (Pechino) e Xanadu (Shangdu).

Tra le curiosità offerte dalla mostra, ci sono alcuni miti asiatici della nostra cultura classica sfatati dall’autore del Milione: quello dell’unicorno, animale tradizionalmente rappresentato come un cavallo con un corno sulla fronte e identificato a Sumatra con un rinoceronte; quello degli uccelli grifoni, osservati “nell’isola del Madagascar”, che “non sono così fatti come si dice di qua mezzo uccello e mezzo lione ma come aguglie”, cioè come aquile; quello dell’amianto, sostanza resistente al fuoco, che si credeva fosse estratta dalla bocca della salamandra, e che in realtà proveniva da una miniera del Turkestan orientale.

Tra le “meraviglie” narrate nel Milione, c’è quella di un leopardo addestrato che l’imperatore portava sulla groppa del suo cavallo durante la caccia e che mandava con un balzo fulmineo a ghermire la preda. E, soprattutto, si racconta dell’abbondante presenza di perle, pietre preziose (diamanti, rubini, turchesi, lapislazzuli, coralli…), porcellane, tessuti di seta, tè e spezie.

Tra le novità di carattere amministrativo riferite da Marco Polo ci sono la complessa organizzazione dell’impero mongolo (sistemi di tassazione, assistenza sociale, servizio postale) e l’uso della carta moneta. 

Una stranezza, che scandalizzò il viaggiatore veneziano, fu quella che gli capitò di vedere nelle isole Nicobare dell’Oceano Indiano, dove uomini e donne “vanno tutti ignudi e non si cuoprono nulla”.

Nicola Bruni

Nella miniatura, Kublai Khan a caccia con un leopardo in groppa al suo cavallo.