L’Azzeccagarbugli che ha assolto il boia

Carlo Nordio, ministro dell’ingiustizia che governa l’Italia, nel rispondere in Parlamento al posto di Giorgia Meloni sulla liberazione del criminale libico Almasri, si è appigliato ad una serie di cavilli per delegittimare il mandato di arresto della Corte penale internazionale e assolvere di fatto il famigerato capo della polizia libica, sorvolando sui 34 omicidi, i 22 stupri, tra i quali quello di un bambino di 5 anni, e le torture a scopo di estorsione documentati a suo carico.

La presidente del Consiglio continua a ripetere di non essere ricattabile: “excusatio non petita, accusatio manifesta” (giustificazione non richiesta, ammissione di colpa manifesta), come dicevano gli antichi romani. Ma lo fa per nascondere la verità, cioè che ha dovuto liberare il torturatore-assassino Almasri, perché ricattata dalla mafia dei trafficanti libici di esseri umani che controlla la Libia, con la quale ha stipulato personalmente nei suoi recenti viaggi a Tripoli accordi segreti inconfessabili.

La mafia libica, infatti, avrebbe potuto liberare gratis, per ritorsione dell’arresto di Almasri, migliaia di migranti detenuti nei suoi lager e imbarcarli per l’Italia.

Almasri è stato riportato in Libia perché continui a gestire per conto dell’Italia e con i soldi degli italiani, applicando gli stessi metodi che gli vengono imputati dalla Corte penale internazionale (sequestri di persona, omicidi, torture, stupri, riduzione in schiavitù), il flusso migratorio che passa per la Libia.

È stato riportato in Libia perché lasci partire dai lager solo i migranti che, sottoposti a tortura, abbiano convinto i loro parenti in patria a pagare ai trafficanti un esoso riscatto, salvo catturarli di nuovo in mare con le motovedette fornite dall’Italia per potergli estorcere un ulteriore riscatto. Questi sono crimini contro l’umanità di cui è mandante il governo italiano. 

Sembra che il governò Meloni consideri i guadagni delle estorsioni ottenuti dai carcerieri libici alla stregua di un’integrazione dello stipendio pagato a loro dall’Italia, come le mance per i camerieri dei ristoranti. 

Nicola Bruni

Nella foto, il ministro Carlo Nordio.