L’uomo di denari

La ricchezza è una malattia mentale. Parola del noto psichiatra Vittorino Andreoli, che nel libro “Il denaro in testa” (ed. Rizzoli) ha descritto le alterazioni della personalità riscontrabili nel “malato di denaro”: dipendenza, cupidigia, avarizia, corruzione, bulimia degli acquisti, presunzione di superiorità, delirio di onnipotenza.

Chi è riuscito ad accumulare molto denaro, generalmente ne desidera sempre di più e non accetta mai di essere messo a riposo, tanto dolorosa è per lui l’astinenza dal fare soldi.

Per un bambino ricco, sapere di poter soddisfare ogni desiderio dipendente dal denaro è una disgrazia educativa, perché poi gli sarà impossibile misurare le proprie forze e i propri limiti.

“Il denaro – annota lo psichiatra – tende a diventare parte del pensiero e della vita, come se fosse un organo che si aggiunge al resto del corpo e che riesce ad alterare i meccanismi cerebrali”.

La ricchezza suggerisce una visione del mondo e della società distorta, in cui ci sono due diversi tipi umani: i ricchi e i poveri. 

I ricchi spesso si ritengono migliori dei poveri, come se la povertà fosse il frutto di una personale incapacità. Anche perché la ricchezza, nella considerazione sociale, copre tutto: la disonestà, la volgarità, la stupidità, l’ignoranza. E perché, grazie al denaro, il ricco può comprarsi perfino una bellezza fisica artificiale, curarsi meglio e preservarsi in forma, diversamente dal povero. Ciò può indurlo a sentirsi un superuomo, un intoccabile, ma difficilmente lo rende felice.

Nicola Bruni

Nella foto. la statua d’oro di Trump, “uomo di denari”, che si è immaginato come padrone di Gaza trasformata in una riviera per vacanze di lusso in un filmato realizzato con l’intelligenza artificiale.